47 – Riforma organizzativa del Ministero della Giustizia – Il Consiglio dei ministri approva definitivamente il DPCM
Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 18 maggio u.s., ha approvato in via definitiva lo schema di DPCM recante il “Regolamento di organizzazione del Ministero della Giustizia e riduzione degli uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche del Ministero della Giustizia”.
Oltre ai prescritti tagli agli organici ed alla riduzione degli uffici dirigenziali, le principali novità contenute nel provvedimento riguardano:
1. L’attuazione del decentramento amministrativo nella organizzazione giudiziaria con la creazione di tre direzioni interregionali;
2. La previsione della conferenza dei capi dipartimento, con compiti di programmazione, indirizzo e controllo per il coordinamento delle attività dipartimentali in particolare in materia di contenzioso, politiche del personale e di gestione delle procedure contrattuali del Ministero;
3. La creazione di un’unica Direzione generale delle risorse materiali e delle tecnologie, presso l’organizzazione giudiziaria, con una competenza generale in materia di procedure contrattuali del Ministero, comprese le procedure di formazione del contratto riguardanti l’acquisizione di beni e servizi informatici, di telecomunicazione e fonia (già attribuita al DGSIA);
4. Il passaggio della Esecuzione Penale Esterna dall’amministrazione penitenziaria alla Giustizia Minorile;
5. La ristrutturazione dell’amministrazione penitenziaria in tre direzioni generali (Direzione generale del personale e delle risorse; Direzione generale dei detenuti e del trattamento; Direzione generale della formazione) e in undici provveditorati regionali.
6. La istituzione di una struttura temporanea, di livello dirigenziale generale, per il coordinamento “delle attività nell’ambito della politica regionale, nazionale e comunitaria, che ha la responsabilità del coordinamento, gestione e controllo dei programmi e degli interventi volti, nell’ambito della politica di coesione, al perseguimento degli obiettivi del Ministero inerenti all’ organizzazione del sistema giustizia”
Ribadiamo la valutazione già espressa sul contenuto del DPCM. Alcune norme sono suscettibili di una positiva valutazione e precisamente: la norma che istituisce la nuova Direzione generale delle risorse materiali e delle tecnologie come unica articolazione competente per i contratti, ossia un unico centro di spesa, strumento fondamentale in termini di controllo della spesa e di spending rewiev; la norma che istituisce la Conferenza dei Capi Dipartimento, ossia un organismo che, in quanto preposto al coordinamento delle attività dei vari dipartimenti, non può che giovare in termini di efficienza dell’azione amministrativa del Ministero.
Più articolato è il discorso sulle altre norme del DPCM. Innanzitutto lo “spostamento” dell’intera esecuzione penale esterna “adulti” presso il dipartimento per la Giustizia Minorile, se trova una giustificazione nella possibilità di mutuare gli ottimi risultati che l’esecuzione penale minorile ha prodotto negli anni, anche per la sinergia con il territorio, e che sono il frutto di una cultura giuridica, quella penale minorile, certamente all’avanguardia, rischia di risultare del tutto inutile se il ministero continua nella politica di abbandonare a se stesso questo fondamentale settore. In merito al decentramento lo schema di DPCM prevede per l’organizzazione giudiziaria la istituzione ex novo di tre direzioni generali interregionali. Nella sostanza il provvedimento pone in essere un finto decentramento in quanto, lungi dall’avvicinare l’amministrazione al territorio, all’utenza e al cittadino, lo stesso crea tre duplicati del ministero i quali, avendo una competenza sovra regionale, potranno assicurare un servizio, nella migliore delle ipotesi, del tutto simile a quello già svolto dagli uffici ministeriali, senza alcun risparmio, anzi drenando ulteriori risorse. La riduzione per accorpamento dei PRAP (da 16 a 11) nella sostanza costituisce per l’amministrazione penitenziaria un “accentramento” (che è l’esatto contrario del decentramento) in maxi strutture interregionali che presentano gli stessi limiti sopra evidenziati per le direzioni interregionali del DOG: si creano dei duplicati del ministero che allontanano non avvicinano l’amministrazione al territorio. La conferma dei tagli agli organici degli archivi notarili (l’unica amministrazione a subire tutti i tagli, peraltro sull’intero organico nazionale) conferma l’intento del governo di mortificare questo importante settore del Ministero. Ed invero, a fronte di esigui guadagni derivanti dalla soppressione di qualche decina di posti in organico, il risultato sarà quello di mette in ginocchio l’intera amministrazione degli archivi notarili.
Considerata la rilevanza della materia, saremo particolarmente attenti nel seguire l’iter della emanazione dei decreti attuativi.
Alleghiamo alla presente, oltre al testo del DPCM, una aggiornata scheda di lettura.