19 – riqualificazione – il sindacato scrive al capo dipartimento reggente
Dott. Antonio Mura
Capo Dipartimento reggente dell’organizzazione giudiziaria
Dott. Renato Romano
Vice Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria
Il sindacato confederale, nel 2013, riflettendo sulla disastrosa situazione della Giustizia, determinata dalle scelte governative degli ultimi vent’anni, ha deciso di farsi “parte diligente” elaborando un progetto organico di riforma, che alleghiamo. Tale progetto, frutto di mesi di confronto e di sintesi delle diverse posizioni, non è un semplice elenco di rivendicazioni, pur legittime, ma si pone nell’ottica di coniugare la primaria esigenza di rendere al cittadino un servizio efficiente e degno di un paese civile con le legittime esigenze degli operatori del diritto ed in particolare del personale del Ministero della Giustizia. Tale progetto, presentato al neo Ministro Orlando nel marzo del 2014, è stato recepito, sia pure in parte, nei provvedimenti normativi di riforma, approvati o in via di approvazione, presentati dal Ministro Orlando.
E’ proprio nel solco del processo riformatore avviato che vengono a svolgersi le attuali relazioni sindacali nel Ministero della Giustizia ed in particolare nell’organizzazione giudiziaria. Infatti, riforme quali l’introduzione del processo civile telematico, l’istituzione dell’ufficio per il processo, e la riorganizzazione del ministero devono esse accompagnate, pena il loro fallimento, da una serie di misure, a partire dalla rivisitazione dei profili professionali e delle rispettive declaratorie, che non possono prescindere dal confronto serrato e fecondo con le parti sociali.
In relazione all’ufficio per il processo, inoltre, ci risulta che al momento non ci sia un vero progetto organizzativo ma un semplice utilizzo di ulteriore forza lavoro. Su questo argomento richiamiamo l’attenzione nell’allegata piattaforma alle proposte ispirate alle figure presenti negli altri ordinamenti Europei.
In vista della elaborazione di un nuovo sistema di classificazione del personale giudiziario, resa necessaria dalle riforme sopra indicate e che potrà essere realizzata nell’ambito della contrattazione integrativa di ministero, vanno affrontate da subito ed in via preliminare alcune questioni tra cui spiccano innanzitutto quelle concernenti le progressioni professionali dei lavoratori e precisamente: l’applicazione dell’art. 21 quater della legge 132/2015, siccome modificato dalla legge di stabilità 2016 (tale norma riguarda il passaggio, secondo la procedura del corso concorso di cui al CCNL 1998/2001, dei cancellieri e degli ufficiali giudiziari rispettivamente nelle figure del funzionario giudiziario e del funzionario NEP); l’estensione a tutte le altre figure professionali ex B3 di tutti i Dipartimenti del Ministero delle procedure previste dal menzionato art. 21 quater; il passaggio nell’area seconda, figura professionale dell’operatore, degli ausiliari; le progressioni per tutte le altre figure professionali anche mediante il rifinanziamento del FUA.
Andrà inoltre contestualmente aperto un tavolo per la discussione della revisione dei profili professionali e del Contratto Integrativo di Ministero.
Occorre poi affrontare la situazione degli uffici NEP. In particolare CGIL CISL e UIL chiedono l’abrogazione della circolare del 30 ottobre 2012 sugli assetti organizzativi degli uffici NEP. che ha interpretato unilateralmente ed in maniera distorta le norme contrattuali.
Tale direttiva è anacronistica e contrasta con le recenti riforme della L.162/14 e 132/15 del processo di esecuzione, della notifica on line, del PCT e soprattutto dall’art. 21 quater della legge 132/2015 e va revocata da subito anche perché la stessa ha riaperto un conflitto tra ufficiali giudiziari e funzionari NEP in merito alla distribuzione delle tipologie di attività, delle zone da coprire e dei carichi di lavoro, conflitto che a tutt’oggi non ha trovato ancora una ragionevole e congrua soluzione.
Un’altra questione non secondaria è quella legata alla politica degli organici. L’ultradecennale blocco del turn over ha determinato una crescente carenza di personale che col tempo si è trasformata in una voragine solo in minima parte colmata dal personale proveniente da altre pubbliche amministrazioni. Fermo restando la non esemplare gestione delle procedure di mobilità esterna stride la circostanza che la organizzazione giudiziaria assuma vincitori e idonei di concorsi banditi da altre pubbliche amministrazioni e non assume gli ultimi idonei al concorso per dirigenti, indetto dalla stessa organizzazione giudiziaria alcuni anni fa e la cui graduatoria è ope legis ancora aperta, nonché gli idonei delle graduatorie ancora valide di tutti i Dipartimenti Occorre una inversione di rotta, innanzitutto nell’interesse del buon funzionamento degli uffici giudiziari, la maggior parte dei quali è al collasso, che passa attraverso una più oculata e attenta gestione delle procedure di mobilità e della stessa direzione generale del personale e, a tal proposito, si evidenzia la mancata comunicazione a fronte delle più volte sollecitate richieste da parte di CGIL, CISL e UIL, delle piante organiche, suddivise per territorio, ufficio e qualifiche del Personale Amministrativo relativamente alle effettive presenze e alle vacanze
Inoltre occorre dare completa attuazione all’accordo sui criteri di pagamento del FUA relativo agli anni 2013/2014 e 2015 (quota fissa), attraverso la emanazione da parte della Direzione Generale del bilancio e della contabilità della circolare sul pagamento del cd fondo di sede, che deve essere contratto a livello decentrato, ed iniziare la discussione sui criteri di pagamento del FUA per gli 2015 (quota variabile) e 2016. La discussione del Fua 2016 infatti sarà particolarmente importante per cominciare a dare risposte ai lavoratori in relazione alle progressioni.
Da ultimo, ma non certo per ordine di importanza, vi è la crisi delle relazioni sindacali presso codesto dipartimento. Infatti le prerogative sindacali, a partire dal diritto di informazione, sono costantemente violate. E’ necessario un rilancio delle relazioni sindacali se si vuole veramente innovare la Giustizia perché le riforme si realizzano con e non contro i lavoratori ed i loro rappresentanti.
Tanto premesso CGIL CISL e UIL, che restano disponibili a fornire ogni ulteriore contributo ed approfondimento, chiedono, considerata la rilevanza delle questioni sul tappeto, l’apertura al più presto di un costruttivo confronto al fine di concordare soluzioni che consentano di corroborare il processo riformatore nell’interesse dell’amministrazione e dei lavoratori.
Distinti saluti
FP CGIL |
CISL FP Marra |
UIL PA |