129 – decurtazione indennità penitenziaria in occasione di assenze per malattia – il sindacato confederale chiede un inconto al neo ministro Bonafede
On. Alfonso Bonafede
Ministro della Giustizia
Ill.mo Signor Ministro,
I lavoratori appartenenti al comparto delle funzioni centrali in servizio nell’Amministrazione Penitenziaria e nella Giustizia Minorile e di Comunità sono vittime di una grave ingiustizia che proprio in questi giorni sta raggiungendo il suo epilogo. Questi lavoratori percepiscono l’indennità di servizio penitenziario prevista dalla legge in ragione della specificità del lavoro che gli stessi svolgono nelle strutture penitenziarie. A partire dal luglio 2015, sulla base di un mutato orientamento ARAN, le Direzioni Generali del personale dei due dipartimenti hanno disposto non solo la decurtazione della indennità di servizio penitenziario in caso di assenza per malattia ex art. 71 DL 112/08 ma anche il recupero, sulla base della stessa norma, delle somme corrisposte a titolo di indennità in occasione delle assenze per malattia a far data dal 25 giugno 2008, data di entrata in vigore del DL 112/08 citato. Proprio in questi giorni gli uffici stanno procedendo ad effettuare i conteggi ed a richiedere alle ragionerie territoriali competenti di operare le ritenute sugli stipendi.
FP CGIL, CISL FP e UILPA hanno fatto innumerevoli interventi, formali ed informali, sui vertici dell’amministrazione della Giustizia al fine di ottenere il ripristino della originaria esclusione delle decurtazioni in caso di assenza per malattia, anche mediante un intervento legislativo, riaffermando le ragioni, anche tecnico giuridiche, a fondamento della richiesta, segnalando la disparità di trattamento rispetto al personale della polizia penitenziaria e della dirigenza penitenziaria nonchè rispetto agli ufficiali del disciolto corpo degli agenti di custodia i quali, pur operando nel medesimo contesto lavorativo, sono tuttora esclusi ope legis dalle decurtazioni e, soprattutto, denunciando l’iniquità del recupero retroattivo delle somme (per alcuni lavoratori si parla di migliaia di euro) posto in essere da un datore di lavoro (pubblico) che, in barba al principio di buona fede, ha mutato in corso d’opera le regole del gioco.
Signor Ministro,
Il malessere monta tra il personale. Le federazioni FP CGIL, CISL FP e UILPA, nel reiterare le richieste già fatte in merito ad una soluzione politica della questione, le chiedono la convocazione con urgenza di uno specifico incontro sulla materia.
Cordiali saluti